Il Parlamento europeo ha approvato il regolamento che riduce lo status di protezione del lupo nell’Unione europea. Con questo voto, la plenaria di Strasburgo non solo ha accolto la proposta della Commissione europea, ma ha anche concluso un processo durato più di due anni.
Per l’europarlamentare sudtirolese del Ppe, Herbert Dorfmann, «anche se può sembrare una mera formalità, il passaggio da “strettamente protetto” a “protetto” rappresenta un punto di svolta: apre la strada a una gestione più efficiente della popolazione di lupi e fornisce finalmente agli Stati membri uno strumento concreto per intervenire nei contesti in cui, negli ultimi anni, i lupi sono diventati un problema».
«Quando per la prima volta abbiamo sollevato a Bruxelles il problema del lupo non solo nell’arco alpino, ci siamo scontrati con un’evidente mancanza di comprensione. Non è bastato il supporto della ricerca scientifica – prosegue Dorfmann -. È stato necessario un intenso lavoro di informazione e sensibilizzazione a livello europeo e nazionale per portare il tema all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni».
Negli ultimi sei mesi c’è stato un cambio di passo: a dicembre, lo status di protezione del lupo è stato abbassato nella Convenzione di Berna su richiesta degli Stati membri, a marzo la Commissione ha proposto al Parlamento di recepire tale decisione nella legislazione europea. «Oggi abbiamo finalmente votato l’emendamento finale, approvato a larga maggioranza. Il nuovo quadro normativo permetterà agli Stati membri di adottare misure di gestione nei confronti delle crescenti popolazioni di lupi, soprattutto laddove sono in pericolo la sicurezza dei cittadini o ci sono conflitti con il settore agricolo».
Sul fronte dei protezionisti i giudizi sono opposti. Per Michela Vittoria Brambilla, Nm, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente, si tratta di «una decisione contro la scienza e contro il buon senso, assunta per compiacere le lobby degli allevatori e dei cacciatori. Il declassamento – afferma l’on. Brambilla – è totalmente privo di base scientifica, ben 700 tra scienziati e autorevoli istituzioni hanno manifestato la propria contrarietà. Come se non bastasse, vi sono forti dubbi sulla regolarità della procedura adottata per arrbvare all’odierna deliberazione, che costituirà un gravissimo precedente per nuovi attacchi alla Direttiva. Confidiamo che le nostre buone ragioni siano riconosciute dalla Corte europea di Giustizia alla quale, insieme con altre associazioni, ci siamo già rivolti. Il “terribile” lupo paga per essere responsabile della predazione dello 0,0065% degli ovicaprini europei».
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