Apprendimento scolastico: Sud bocciato in matematica

Impietosa indagine delle Fondazioni Agnelli-Rocca: 2 anni indietro rispetto Nord. Contro divari rivedere i programmi

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Apprendimento scolastico riqualificazione delle scuole venete

L’apprendimento scolastico lungo la Penisola lascia a desiderare, specie nell’ambito scientifico e tecnico. Lo studio “Divari scolastici in Italia. Una indagine sulle differenze di apprendimento nei territori e tra le scuole”, promosso da Fondazione Agnelli e Fondazione Rocca, dà risultati impietosi, secondo cui un liceale del Sud Italia è indietro di due anni per l’apprendimento della matematica rispetto ad un collega della sua stessa età che vive al Nord e se lo studente frequenta una professionale, il divario è addirittura di tre anni.

I divari di apprendimento scolastico non sono solo di tipo territoriale, ovvero tra Nord e Sud del paese, ma sono dovuti anche alle differenzefra le scuole” e “dentro le scuole”: ad esempio, a parità di altre condizioni, chi frequenta il liceo classico o linguistico ha uno svantaggio rispetto al liceo scientifico, misurabile in 14 punti Invalsi in matematica in meno. Un rimedio – è stato suggerito oggi dai relatori dello studio – potrebbe arrivare da una migliore organizzazione che ogni scuola si dà sulla base degli spazi di autonomia. Ma è necessario anche ripensare la struttura didattica della scuola superiore, per dare a tutti un più robusto e comune livello di competenze di base, indipendentemente dall’indirizzo scelto. Cosa che dovrebbe arrivare già all’interno della parte finale del ciclo primario, visto che in quello secondario gli studenti affrontano già un percorso di specializzazione tra i diversi indirizzi di studio, con quello scientifico più declinato sulle materie tecniche e scientifiche e quello umanistico su quelle classiche e letterarie.

«L’indagine – ha detto Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli – ci fa capire più a fondo le cause dei divari di apprendimento, non fermandosi alla manifestazione più visibile: i divari fra i territori. Abbiamo, ad esempio, visto quanto contino nella secondaria di II grado le differenze che dipendono dall’indirizzo di studio. Un impatto eccessivo, che va limitato».

Le ragazze – rileva ancora lo studio – fanno più fatica in matematica, ma spiccano in italiano; gli stranieri di prima e seconda generazione soffrono di più in entrambe le materie. Il report ha confermato la forte relazione tra condizioni di contesto socioeconomico e culturale delle regioni e i relativi risultati di apprendimento. Non è una sorpresa: ma ci sono casi di disallineamento, cioè, di regioni che – pur con un indice di contesto socioeconomico e culturale simile ad altre – hanno risultati Invalsi, ad esempio, in matematica decisamente più alti (Puglia rispetto alla Campania) o più bassi (Sardegna rispetto all’ Abruzzo, Lazio rispetto alle altre regioni del Centro). Ciò dipende – conclude l’analisi – da differenze fra le scuole e all’interno delle scuole. Di qui il suggerimento di una “autonomia accompagnata”.

«La ricerca mostra grandi divari, ma anche che le singole scuole, nella loro autonoma capacità di organizzazione, possono fare la differenza per la scuola italiana – ha commentato Gianfelice Rocca, presidente di Fondazione Rocca -. Il tema non è aumentare il numero di insegnanti o di risorse, tra i più alti d’Europa, ma incidere sull’organizzazione».

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