Case popolari: sono 650.000 le famiglie in graduatoria per l’assegnazione

Ance, governo avvii piano per l’edilizia pubblica. Cresce anche la povertà energetica che riguarda 2,36 milioni di famiglie.

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La crisi delle case popolari in Italia colpisce 650.000 famiglie in attesa di un alloggio pubblico, mentre un terzo di quelle in affitto spende per l’abitazione il 40% del proprio reddito. Questi alcuni dati illustrati dall’Ance al convegnoLa città è per tutti”, evento nell’ambito della seconda edizione del Festival della rigenerazione urbana, promosso dalla stessa Associazione nazionale costruttori edili.

Più di 21 milioni di persone vivono nelle città metropolitane e oltre 2 milioni di famiglie vogliono cambiare casa. «Stiamo portando avanti una proposta sull’abitare che è solo uno dei tasselli della rigenerazione urbana. È qui che ci giochiamo il futuro del Paese – avverte la presidente Ance, Federica Brancaccio -. Chiediamo al governo di dare finalmente avvio a un piano complessivo per le città. Le proposte ci sono, è arrivato il momento di metterle in pratica».

Ance suggerisce al governo di agire per realizzare case popolari su quattro leve: urbanistica, una nuova sinergia tra pubblico e privato, leva finanziariafiscale e una nuova governance statale con fondi stabili. Per quanto riguarda l’aspetto urbanistico, servono procedure «accelerate e semplificate» e poi la «valorizzazione e dismissione di immobili pubblici favorendo la partnership pubblicoprivato».

Il modello di intervento pubblico-privato serve «per garantire un’offerta abitativa più ampia», sottolinea l’associazione. Sul lato finanziario occorre il coinvolgimento di investitori istituzionali, enti pubblici, enti benefici, risparmio di prossimità e fondi d’investimento pazienti, attraverso il «meccanismo della garanzia pubblica». Dal punto di vista fiscale servono «incentivi» per ridurre i costi di produzione e vendita e rendere la casa accessibile.

A preoccupare le famiglie c’è anche la povertà energetica in crescita in Italia e che nel 2023 ha riguardato 2,36 milioni di famiglie pari al 9% del totale con un aumento dell’1,3% pari a più di 340.000 famiglie che si sono aggiunte a quelle già colpite dal fenomeno secondo quanto emerge dai dati elaborati dall’Osservatorio Italiano sulla Povertà energetica (Oipe) insieme a Fondazione Banco dell’energia, ente filantropico che ha tra i suoi obiettivi quello di sostenere persone e famiglie vulnerabili e a rischio povertà attraverso progetti solidali.

«Ad aumentare significativamente è la componente di famiglie in povertà energeticanascosta” – aggiungono da Oipe – cioè le famiglie con spesa complessiva al di sotto della media che hanno dichiarato di non aver speso nulla per il riscaldamento. Un fenomeno preoccupante perché segnala un inasprimento delle condizioni di disagio delle famiglie più povere, costrette a spegnere i sistemi di riscaldamento per risparmiare».

Nel 2023, la spesa energetica domestica media delle famiglie italiane si è ridotta del 6,4%, attestandosi a circa 1.800 euro, 120 euro in meno rispetto al 2022, con le famiglie più povere che hanno ridotto i consumi energetici più della media.

Infine, nel corso del 2023 c’è stata una riduzione progressiva delle politiche di sostegno alla spesa energetica delle famiglie avviata nel corso del 2021 e continuata poi nel 2022, con uno stanziamento di 10 miliardi a fronte di 27,3 miliardi di euro nel 2022. In particolare, per i bonus sociali sono stati stanziati oltre 2,2 miliardi di euro (3,2 nel 2022) che sono andati a beneficio di 4 e 2,5 milioni di famiglie, rispettivamente per il bonus elettrico e per il gas.

 

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