
La sanzione inflitta dall’Agcom a sei compagnie petrolifere (Eni, Esso, Ip, Iplom, Q8, Saras e Tamoil – per quest’ultima anche con riferimento alle condotte di Repsol, ora da essa acquisita) per 936 milioni di euro per intese e abuso di posizione dominante in materia di prezzo dei biocarburanti per autotrazione è dovuta al fatto che «la componente bio è passata da poco più di 20 euro a metro cubo del 2019 a 60 euro a metro cubo nel 2023, rappresentando circa il 29% del margine lordo» ha detto Giovanni Calabrò, capo di gabinetto dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), nel corso delle audizioni presso la Commissione X della Camera.
Secondo Calabrò «la componente del prezzo è determinata sulla base di complessi calcoli interni alle imprese. La componente biocarburanti è risultata cruciale nelle politiche di prezzo con i loro clienti grossisti, rete ed extra-rete, ed è stata utilizzata per giustificare gli aumenti di prezzo dei carburanti. In questo caso un “whistleblower” (una soffiata anonima, ndr) ha informato l’Autorità dell’esistenza di un coordinamento delle imprese su questa componente e sarebbero coordinate grazie ad annunci puntuali effettuati da Eni ogni tre mesi su “Staffetta Quotidiana”».
«L’Autorità ha rilevato indizi di un comportamento anomalo con valori e aumenti della componente biocarburanti allineati nei segmenti rete ed extrarete – ha proseguito Calabrò nella sua audizione in Commissione -. Il provvedimento è soggetto al controllo del giudice amministrativo. Speriamo che il provvedimento superi il vaglio della giustizia amministrativa. A dimostrazione, abbiamo elementi endogeni ed esogeni. L’istruttoria nasce dal fatto che ci sono complessi meccanismi di annunci usati dalle imprese come monitoraggio delle condotte corrosive delle altre. Questo ha garantito la stabilità del cartello. Il meccanismo ha favorito gli aumenti di prezzi, conferendogli una connotazione di ineluttabilità ed ufficialità per i clienti. Questo ha consentito il totale trasferimento dei costi legati all’adeguamento delle normative sulle politiche bio, ma anche la realizzazione di buoni margini sugli stessi».
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