Il caro vita non smette di mordere, specie al supermercato dove il classico “carrello della spesa” è sempre più caro per gli italiani. A marzo l’inflazione del cosiddetto “carrello della spesa”, fatto di alimentari, prodotti per la casa e per l’igiene personale, ha accelerato al 2,1% superando sia il dato di febbraio che di gennaio 2025. Il rialzo ha riguardato anche il tasso di inflazione generale che, seppure leggermente inferiore rispetto alle prime stime, è salito all’1,9% contro il più contenuto 1,6% di febbraio.
L’Istat segnala che l’evoluzione dei prezzi lo scorso mese ha risentito principalmente dell’andamento delle componenti più volatili. Non a caso sono in accelerazione su base tendenziale sia i prezzi dei beni energetici (+2,6%, da +0,6%), sia quelli degli alimentari non lavorati (+3,3%, da +2,9%). Rispetto alla media europea, l’Italia resta un po’ sotto il tasso dell’Eurozona. L’indice Ipca, quello armonizzato alla metodologia di calcolo Ue, si è infatti attestato a +2,1% contro il +2,2% di Eurolandia.
L’allarme dei consumatori per il caro vita è comunque unanime. Secondo i calcoli del Codacons, il rialzo dell’inflazione equivale ad un aggravio pari in media a 624 euro annui per la famiglia tipo e a 851 euro per un nucleo con due figli. L’associazione parla di «stangata di Pasqua» ed evidenzia che per le uova di cioccolato i rincari arrivano nei negozi fino al 30% rispetto allo scorso anno per alcune note marche industriali, con i prezzi che nei supermercati hanno raggiunto gli 80 euro al chilo. La colomba classica aumenta invece del 9% sul 2024.
Per Assoutenti «nell’ultimo mese i listini di alcuni beni alimentari hanno registrato una vera e propria impennata – spiega il presidente Gabriele Melluso -. E’ il caso del burro e del caffè, che su base annua rincarano entrambi del 19,5%, mentre il cioccolato sale del 9,6% e il cacao del 14,1%». Assoutenti rileva tensioni anche sul fronte delle uova di gallina, tra i prodotti più consumati a Pasqua, i cui prezzi aumentano del 4,6% sul 2024. Aumenti simili per agrumi (+7,2%), insalata (+5,4%), pomodori (+6,1%), bevande analcoliche (+7,8%), carne bovina (+4,4%), formaggi e latticini (+4,1%).
L’Unione nazionale consumatori si augura invece che l’accelerazione dei prezzi possa terminare ad aprile, grazie alla fine della stagione termica, che porterà a un calo del prezzo del gas e al bonus straordinario sulle bollette della luce. L’associazione teme allo stesso tempo però che i ponti di fine mese e inizio maggio, sommati alle festività pasquali, possano portare a nuove speculazioni soprattutto sul fronte trasporti: già a marzo rispetto a febbraio infatti i voli nazionali, fa notare l’Unc, sono saliti del 16%, seguiti dai voli europei rincarati del 15,3% e dai voli internazionali a +9,9%.
Chi si sposterà in automobile potrebbe invece approfittare della netta discesa dei prezzi dei carburanti. Stando alle rilevazioni del governo sulla rete nazionale di distributori, il prezzo medio della benzina in modalità self service ha toccato i minimi da oltre due anni a 1,731 euro al litro. Per trovare un livello più basso bisogna tornare a fine dicembre 2022, quando però era ancora in vigore il taglio delle accise. Ad arretrare ulteriormente è anche il diesel che al self è tornato sui livelli di inizio ottobre 2024 ad una media di 1,628 euro al litro. I prezzi medi praticati del Gpl sono tra 0,742 e 0,756 euro al litro. Infine, i prezzi medi del metano auto vanno da 1,482 a 1,551 euro al kg.
I prezzi sono in calo da settimane, sulla scia dell’andamento internazionale dei prezzi petroliferi, in decisa contrazione per l’incertezza sui dazi e per i timori di recessione negli Stati Uniti. Il calo dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa è per il Codacons totalmente insufficiente, con il crollo del petrolio sui mercati che non si riflette adeguatamente sui listini praticati ai distributori, segnalando ancora una volta le anomalie nel settore dei carburanti.
Il petrolio risulta oggi deprezzato del 22% rispetto ai picchi del 2025, col Wti che passa dai 78 dollari al barile di metà gennaio agli attuali 60,5 dollari, mentre il Brent è sceso da 82 dollari di gennaio agli attuali 64 dollari – spiega il Codacons -. Nello stesso periodo, tuttavia, il prezzo della benzina alla pompa è passato da una media al self di 1,823 euro al litro agli attuali 1,731 euro, con una riduzione di appena il –5%; il gasolio è sceso da una media di 1,726 euro/litro di metà gennaio agli odierni 1,628 euro, in calo del –5,7%.
Al netto del peso della tassazione sui carburanti e degli altri fattori che incidono sulla formazione dei prezzi alla pompa, questi numeri attestano ancora una volta le anomalie del settore petrolifero, con i listini di benzina e gasolio che salgono immediatamente al crescere del greggio, ma non calano proporzionalmente quando le quotazioni del petrolio crollano. – denuncia il Codacons -. Una situazione che genera in ingiusto danno economico agli automobilisti, nonostante vi siano ampi margini per una più corposa discesa dei prezzi praticati ai distributori.
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