Economia italiana in forte difficoltà: a novembre cala la manifattura e il commercio

L’indice RTT di Confindustria registra riduzione significativa (-3,4%). Il commercio cala in volume e in valore. Confcommercio: cresce l’indice di miseria.

0
81
crescita italiana industria italiana economia italiana fiducia Imprese medio grandi economia manufatturiera produzione industriale Bankitalia previsioni EY fatturato manifatturiero economia italiana Bankitalia fiducia recessione tecnica produzione industriale

L’economia italiana inizia a risentire pesantemente dell’andamento europeo che registra la recessione della Germania e la stagnazione della Francia, con il forte calo della produzione industriale e del commercio nel mese di novembre 2024, con una possibile coda negativa anche per quello di dicembre.

Secondo l’evidenza dell’indice RTT di Confindustria costruito in base ai dati sul fatturato, destagionalizzato e deflazionato, del campione di imprese clienti di TeamSystem, registra un significativo calo in novembre (-3,4%). L’indicatore mostra le maggiori riduzioni nei servizi e nell’industria, mentre continuano a crescere moderatamente le costruzioni.

Nonostante il calo di novembre, RTT suggerisce per il 4° trimestre una dinamica positiva (+2,1% acquisito), dopo il calo registrato nel (-1,3%). Il calo di RTT nell’industria (-5,1% a novembre) annulla quasi per intero l’aumento del mese precedente. Nei servizi l’andamento è analogo, ma la correzione al ribasso (-3,7%) è meno forte del balzo. Perciò, la variazione acquisita per il 4° trimestre è negativa per l’industria (-0,9%), positiva per i servizi. Nelle costruzioni, RTT prosegue la fase di moderato aumento (+0,9% a novembre), indicando espansione per il 4° trimestre.

RTT registra a novembre un calo in tutte le aree, dopo gli aumenti di ottobre; una forte flessione si ha nel NordOvest (-5,4%; Grafico 3), dove più ampio era stato l’aumento del mese precedente. Il calo di RTT è significativo al Centro (-2,3%), moderato nel NordEst (-1,0%) e al Sud (-0,7%).

Per le grandi imprese, RTT indica a novembre una forte flessione (-4,2%), dopo il balzo di ottobre. Moderati i cali per le piccole imprese (-1,6%) e per le medie (-1,8%); la variazione acquisita per il 4° trimestre è positiva per le prime, cresciute molto in ottobre, mentre è negativa per le seconde.

Sul fronte dei consumi, a novembre 2024 l’Istat stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale negativa sia in valore (-0,4%) sia in volume (-0,6%). Il dato è sotto le attese del mercato, che stimavano un +0,2% congiunturale dopo il -0,5% di ottobre. Sono in diminuzione sia le vendite dei beni alimentari (rispettivamente -0,1% in valore e -0,6% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (-0,7% in valore e in volume).

Nel trimestre settembre-novembre del 2024, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,6% in valore e dello 0,3% in volume. Si registrano andamenti analoghi sia per le vendite dei beni alimentari (+1,3% in valore e +0,1% in volume), sia per quelle dei beni non alimentari (+0,4% in valore e +0,3% in volume).

Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda Prodotti di profumeria, cura della persona (+4,1%), mentre registrano il calo più consistente Dotazioni per l’informatica, telecomunicazione, telefonia (-2,8%) e Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-2,7%). Rispetto a novembre 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+3,8%), mentre si registra un calo per le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-0,9%), le vendite al di fuori dei negozi (-3,9%) e il commercio elettronico (-3,3%).

Secondo Confcommercio, il Mic (Misery Index Confcommercio) di dicembre 2024 cresce a 9,3 punti. In un contesto in cui il mercato del lavoro mostra una sostanziale tenuta, il tasso di disoccupazione esteso si conferma ai minimi: l’incremento dell’area del disagio sociale è da attribuirsi esclusivamente alla risalita del tasso di crescita dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto (1,8% dall’1,6% del mese precedente).

«L’Istat conferma l’autunno freddo del commercio, che non vienescaldatonemmeno dal “Black Friday”. Dopo il calo di ottobre, prosegue anche a novembre la riduzione delle vendite al dettaglio – afferma una nota di Confesercenti -. Tra coda lunga dell’inflazione e l’incertezza, le famiglie continuano a rimanere prudenti e a soffrire sono soprattutto le piccole superfici per le quali, secondo le nostre stime, la riduzione del volume di vendite a novembre raggiunge il -2% rispetto allo stesso mese del 2023».

Per Confesercenti «la situazione del commercio appare complessivamente fragile: se il dato di settembre ci aveva illuso sull’avvio di una ripresa dei consumi, gli ultimi due mesi hanno confermato la tendenza opposta. Per novembre, in particolare, l’Istat segnala variazioni medie delle vendite in volume negative sia a livello congiunturale (-0,6%), sia tendenziale (-0,2%). Anche il dato acquisito per gli undici mesi dello scorso anno in volume è stabilmente negativo (-0,5%). Per gli esercizi su piccole superfici tutte le variazioni sono peggiorative: secondo le nostre stime, la perdita in volume per i negozi e le altre forme di piccolo commercio a novembre è vicina al -2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente».

«Rimane, comunque, un quadro generale di stallo della spesa delle famiglie, che nonostante il rallentamento dell’inflazione, ne soffrono ancora gli effetti, rimangono prudenti e operano acquisti selettivi e ponderati. Rimane, dunque, la necessità di dare una scossa positiva alla domanda interna: bisogna continuare sulla strada della riforma fiscale per liberare risorse. In particolare – conclude Confesercentiservirebbe una detassazione generalizzata degli aumenti salariali che – dopo due anni di alta inflazione – permetterebbe di ridurre il rischio di drenaggio fiscale, soprattutto per i lavoratori che hanno ottenuto un aumento delle retribuzioni tale da passare ad un’aliquota Irpef più pesante».

 

Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie di “Dario d’Italia”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata. 

Telegram

https://t.me/diarioditalia

Linkedin

https://www.linkedin.com/company/diarioditalia

Facebook

https://www.facebook.com/diarioditalia

© Riproduzione Riservata