Migliorano le aspettative delle imprese italiane mentre sulla produzione resta ancora l’incognita del costo dell’energia che non attenua la corsa al rialzo secondo la fotografia scattata dal Centro studi Confindustria.
Sul costo dell’energia c’è una «speculazione finanziaria che penalizza l’industria e non possiamo più fare finta di nulla. Vogliamo distruggere l’industria italiana perché c’è qualcuno che sta facendo speculazione?», afferma il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.
Sul tema dell’energia gli industriali hanno idee e proposte ben precise. A cominciare dall’utilizzo del nucleare di ultima generazione nelle industrie per arrivare alla richiesta di sdoppiare il costo del gas da quello dell’energia elettrica. Per l’industria la via da percorrere è quella del nucleare di ultima generazione e per accelerare i tempi «siamo anche favorevoli a riattivare i siti esistenti delle centrali nucleari, impiantando le nuove tecnologie», evidenzia Orsini. Non solo: Orsini guarda anche ai probabili frutti dei buoni rapporti tra Giorgia Meloni e Donald Trump. La negoziazione che deve fare l’Italia «deve riguardare due punti: l’acquisto di energia, e quindi di gas, e la difesa» chiosa Orsini.
Tra le grandi imprese associate a Confindustria, secondo gli economisti del Centro studi, si registra un miglioramento delle aspettative. Più di un quarto, pari al 28,7%, prevede una espansione della produzione industriale, la maggioranza, pari al 59,9%, stima una produzione stabile e solo l’11,4% vede una contrazione. In questo contesto, la domanda e gli ordini si confermano i principali punti di forza a sostegno della produzione nei prossimi mesi. Il saldo tra la quota di imprese che li considera fattori trainanti e quella che invece li ritiene ostacoli diminuisce ma resta comunque in attivo, attestandosi al +2,1% dal +4,8% di dicembre.
Prospettive per il 2025 che arrivano dopo ventidue mesi di produzione industriale in calo che «segnalano un problema. E questo ci preoccupa anche se abbiamo fatto meglio di altri», sottolinea Orsini.
Si attenua, ma non si ferma, il calo dei fatturati. L’indice Rtt del Centro studi Confindustria che monitora la crescita in base ai dati della fatturazione elettronica, registra un calo a dicembre dell’1,2%, un dato ancora negativo, ma in miglioramento rispetto -3,4% di novembre. L’indicatore mostra ancora una riduzione nell‘industria e nei servizi, mentre continuano a crescere le costruzioni.
L’Italia, per fare in modo di diventare ciò che merita, deve avere una «politica industriale a 3 anni con una visione su dieci anni – ribadisce Orsini -. Bisogna salvaguardare le filiere e le imprese che vanno forte, ma se abbiamo settori maturi che hanno problemi, bisogna cercare di convertirli con investimenti e aiutarli a inseguire mercati nuovi».
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