L’industria italiana soffre ancora ma tenta di rialzare la testa verso la fine del 2024, dopo un lungo periodo di crisi. Un timido progresso mensile non riesce comunque a riportare la produzione su una traiettoria virtuosa: nel mese di novembre: l’indice misurato dall’Istat accusa il ventiduesimo ribasso consecutivo rispetto allo stesso periodo di un anno prima.
A novembre 2024 la stima è che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,3% rispetto a ottobre, ma nonostante ciò la lunga fase di contrazione dell’indicatore corretto per gli effetti di calendario prosegue, con un calo dell’1,5% rispetto a novembre 2023. E le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,5%) e nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,8%).
L’economia nazionale galleggia in una situazione di incertezza, come paventa Confcommercio, per arrivare fino alla più estrema definizione di «Caporetto» con cui l’Unione Nazionale Consumatori bolla lo stato di salute dell’industria italiana.
Nel frattempo il governo Meloni si attiva a sostegno delle piccole e medie imprese approvando, su proposta dello stesso ministro delle Imprese e del “Made in Italy”, Adolfo Urso, il primo disegno di Legge annuale sulle Pmi, che introduce misure strategiche per rafforzare le micro, piccole e medie imprese italiane, incentivando l’aggregazione, l’innovazione del sistema produttivo e l’accesso al credito.
Tra gli interventi principali su cui si punta, spiccano i “Mini Contratti di Sviluppo” per il settore Moda, le Centrali consortili per coordinare le filiere produttive e nuovi incentivi fiscali per le reti d’impresa. Vengono poi promossi il ricambio generazionale con assunzioni agevolate di giovani, la tutela della concorrenza con norme contro le false recensioni online e il riordino della disciplina dei Confidi per semplificare l’accesso al credito.
«L’approvazione in consiglio dei Ministri del disegno di legge PMI è un passo avanti importante e concreto per il sistema produttivo italiano. Questo provvedimento risponde a una serie di necessità che le PMI chiedevano da tempo, tra cui misure per facilitare l’accesso al credito e promuovere la digitalizzazione. Sono provvedimenti che rafforzano la competitività delle nostre aziende, consentendo loro di affrontare con maggiore slancio le sfide digitali e globali – dichiara il presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo -. Adesso auspichiamo un impegno condiviso da parte di tutte le forze politiche. È fondamentale che il Parlamento lavori unito, a partire dall’opposizione, per garantire l’approvazione definitiva di un provvedimento che le PMI richiedono con urgenza».
A complicare gli scenari ci sono le rilevazioni della Banca d’Italia secondo cui, nel quarto trimestre del 2024, i giudizi sulla situazione economica generale del Paese sono nuovamente peggiorati. L’indagine sulle aspettative di inflazione e crescita di Via Nazionale evidenzia come la percentuale delle imprese che hanno espresso valutazioni negative è salita al 30%, da 21% nell’indagine precedente, a fronte della sostanziale stabilità della quota di chi ha ravvisato un miglioramento (5% da 6%). Con il deterioramento dei giudizi diffuso a tutti i settori.
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