Carburanti: nuova fiammata dei prezzi alla pompa

La benzina sale a 1,8 euro al litro, +3 cents da fine 2024. Rialzo spinto dall’aumento del costo di miscelazione con i biocarburanti.

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Continuano a salire i prezzi dei carburanti, con la benzina che arriva a quota 1,8 euro al litro, in rialzo di 3 centesimi rispetto alla fine del 2024. A rilevarlo è Staffetta Quotidiana che evidenzia il peso dell’aumento del costo di miscelazione dei biocarburanti a partire dal primo gennaio, «un balzello – spiega – che vale circa due centesimi al litro».

Secondo Staffetta Quotidiana, Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Per Q8 si registra un rialzo di un centesimo sul gasolio e per Tamoil di 2 cent sulla benzina. Rispetto alla fine del 2024, i prezzi medi nazionali sono così aumentati di circa tre centesimi al litro, con la benzina a quota 1,80 euro al litro in modalità self service e il gasolio a 1,69 euro al litro. In calo invece il Gpl a 0,73 euro al litro, mentre il metano balza di nuovo sopra quota 1,5 euro/kg (era a 1,43 alla fine dell’anno) affondando così definitivamente le poche auto che vanno a metano.

Con il prezzo dei carburanti s’infiammano anche i consumatori. Per il Codacons l’extra costo sulla miscelazione dei biocarburanti «è stato interamente addebitato a rivenditori e gestori riflettendosi sui prezzi di benzina e gasolio. Aumenti del tutto ingiustificati» soprattutto guardando l’andamento delle quotazioni petrolifere.

«Rispetto a fine 2024 – spiega il Codacons – il petrolio registra una leggera salita, con le quotazioni del Brent cresciute del 4% rispetto ai valori di fine dicembre, e prezzi del tutto sotto controllo lontani dai record raggiunti negli anni passati». A fronte di questa stabilità «si registra invece un sensibile rialzo dei listini alla pompa»: un aumento di 3 centesimi al litro in pochi giorni equivale a una maggiore spesa sui rifornimenti pari a +1,5 euro a pieno, +36 euro ad automobilista su base annua. «Senza contare – aggiunge il Codacons – gli effetti indiretti legati ai maggiori costi di trasporto per le merci che viaggiano su gomma e che rappresentano l’88% dei prodotti venduti in Italia».

Protestano pure i rappresentanti dei gestori degli impianti Faib Confesercenti e Fegica contro Enilive, controllata di Eni, che l’aumento di 3 centesimi al litro lo ha fatto «sotto le festività, tra il 25 dicembre e il primo gennaio, in modo del tutto immotivato». In più, denunciano le due federazioni dei benzinai, «proprio nel periodo dell’anno dove si concentra la maggiore domanda, migliaia di distributori a marchio Eni sono stati lasciati a secco, con un danno ancora da quantificare per le piccole imprese di gestione e un disagio notevole per gli automobilisti».

A questo punto, il timore, osserva il Codacons, è che «sugli italiani si stiano per abbattere rincari speculativi di inizio anno che interesseranno non solo i carburanti, ma anche le bollette di luce e gas, nonostante non vi siano al momento elementi concreti in grado di determinare una crescita di prezzi e tariffe».

Sui listini pende peraltro anche il riallineamento delle accise previsto dal Piano strutturale di bilancio, ma che ancora non si è concretizzato in un provvedimento. Tra i possibili veicoli, oltre al decreto legislativo sulle accise in attesa dei pareri delle commissioni Bilancio di Camera e Senato, c’è anche l’ipotesi di un emendamento al decretoMilleproroghe” appena incardinato al Senato.

 

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