La Commissione europea avrebbe utilizzato fondi comunitari per finanziare una rete di Ong con lo scopo di «promuovere l’agenda green dell’ex commissario Frans Timmermans» secondo la risultanza dell’inchiesta condotta dal quotidiano olandese De Telegraaf che ora agita la politica Ue e riapre la polemica sul “Green Deal” e sull’operato del primo esecutivo von der Leyen, proprio nel giorno in cui in Aula a Strasburgo era in calendario un dibattito sull’uso dei fondi comunitari dedicati alla promozione delle politiche ambientali.
L’inchiesta, partita da Amsterdam, cita infatti contratti riservati, tra cui uno da 700.000 euro, pagati «per orientare il dibattito sull’agricoltura». Contratti che «per anni la Commissione Ue ha sovvenzionato, tramite il programma “Life”, una rete di lobby ecologiste per fare pressioni a favore del “Green Deal”».
Non solo: secondo De Telegraaf «alle organizzazioni finanziate da Bruxelles sono stati addirittura assegnati obiettivi precisi di lobbying verso eurodeputati e Paesi membri per accelerare l’attuazione della nuova strategia green».
La Commissione Ue che, per bocca del commissario al Bilancio Piotr Serafin, in Plenaria ha risposto con un certo imbarazzo, spiegando che «i finanziamenti del programma “Life” sostengono entità no profit che supportano l’attuazione delle politiche dell’Unione, in linea con le decisioni del Parlamento europeo e del Consiglio Ue», ammettendo come sia stato «inopportuno per alcuni servizi della Commissione sottoscrivere degli accordi che obbligano le Ong a fare lobby con i membri del Parlamento europeo».
Le rilevazioni hanno scatenato la reazione di chi si oppone da anni alla deriva economica, sociale e pure ambientale del “Green Deal”, parlando di “Timmermans-Gate”. Si tratterebbe di «una gravissima interferenza sulle dinamiche democratiche del Parlamento europeo di un utilizzo scandalosamente improprio da parte della Commissione di risorse che avrebbero dovuto essere destinate a beneficio degli agricoltori», ha attaccato il vicepresidente di Ecr Carlo Fidanza. Gli eurodeputati meloniani, in blocco, hanno chiesto chiarezza, anche perché questo s’inquadra nel solco dei comportamenti poco trasparenti della Commissione, come quelli tenuti dalla stessa presidente von der Leyen in occasione della trattativa per l’acquisto dei vaccini Covid per decine di miliardi di euro.
Per Coldiretti «pretendiamo trasparenza e chiediamo che la Commissione europea faccia chiarezza sul caso Timmermans-gate. Per anni sono stati criminalizzati i produttori agricoli e i coltivatori diretti di tutta Europa come il male assoluto, ergendo alcune delle associazioni ambientaliste più importanti a giudici di un tribunale della storia che pretendeva di condannarli, in particolare quelli italiani. L’inchiesta giornalistica non ci sorprende, ha svelato ciò che avevamo denunciato con fermezza già anni fa sollevando ripetutamente dubbi su presunti conflitti di interesse».
Se quanto emerso dovesse essere confermato, per Coldiretti «la verità è che abbiamo sempre avuto ragione nel sostenere che dietro il “Green Deal” di Frans Timmermans si nascondeva un’agenda politica a senso unico, capace solo di favorire interessi di parte e non di garantire l’equilibrio tra la sostenibilità ambientale e la necessità di proteggere la nostra agricoltura, infliggendo gravi danni alle filiere agricole in nome di un ambientalismo ideologico».
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