La Commissione Ue ha approvato la modifica al Pnrr Italia chiesta dal governo Meloni il 21 marzo, un via libera preliminare, perché formalmente il cambiamento sarà deciso dal prossimo Consiglio Ue Ecofin il 20 giugno. Le nuove variazioni compongono un pacchetto corposo, con interventi su ben 67 misure tra revisioni tecniche, spostamenti di obiettivi, aggiornamenti per motivi oggettivi, nuove proposte e anche alcune correzioni di refusi. E molto probabilmente, anche se non solamente, riguardano la settima richiesta di pagamento del Recovery italiano, che nel complesso vale 194,4 miliardi (71,8 sono sovvenzioni).
Solo alla vigilia Bruxelles aveva ribadito di escludere rinvii alle scadenze del Pnrr, invitando tutti i 27 paesi dell’Ue a rivedere rapidamente i piani per rispettarle: entro il 31 agosto 2026 andranno completati “milestones” e “target”, per pagamenti finali entro dicembre.
Tra gli aggiustamenti approvati ci sono otto misure che l’Italia non ritiene più pienamente realizzabili: due per mancanza di domanda (tra cui quella sull’idrogeno per industrie hard-to-abate), sei a causa di interruzioni nella catena di approvvigionamento (su ferrovie ad alta velocità e linee regionali), una per inflazione elevata (sviluppo del biometano), e una per l’allungamento degli iter amministrativi (intervento contro gli insediamenti abusivi in agricoltura).
In ben 37 casi l’Italia ha proposto e ottenuto l’approvazione per introdurre soluzioni alternative che mantengono l’ambizione originaria delle misure, puntando a una migliore efficacia: si parla di digitalizzazione della pubblica amministrazione, estensione delle identità digitali (Spid e Cie), la riforma del sistema degli appalti pubblici, il rafforzamento dei servizi sanitari e scolastici, lo sviluppo delle rinnovabili, la mobilità elettrica e la promozione della parità di genere.
Altre 20 misure del Pnrr Italia sono state semplificate per ridurre il carico burocratico, con l’obiettivo di alleggerire il peso sugli enti attuatori senza perdere in risultati. Tra queste, la riforma della giustizia civile, la digitalizzazione di Inps e Inail, il progetto “Caput Mundi”, l’acquisto di mezzi pubblici a zero emissioni, la formazione professionale, i dottorati innovativi e il servizio civile. La nuova modifica del Piano italiano include anche due ingressi: si tratta del rinnovo del parco veicoli elettrici leggeri e della riforma dell’efficienza delle infrastrutture ferroviarie.
L’Italia ha presentato il Piano di Recovery a Bruxelles ad aprile 2021, con via libera definitivo del Consiglio arrivato a luglio. Ad agosto Roma 2023 ha poi presentato la prima modifica includendo anche il capitolo del “RePowerEu” (approvata a novembre dello stesso anno). In tutto Roma ha chiesto sino ad ora quattro modifiche al piano originario, e ha già avuto sei pagamenti, oltre al prefinanziamento. A oggi l’Italia ha già ricevuto 46,45 miliardi di sovvenzioni e 75,68 miliardi di prestiti.
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