Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti lo aveva detto: l’utilizzo del Superbonus 110% con le migliorie portate agli immobili ne aumenta il valore e questo vale anche ai fini catastali. Così è partito il controllo sulle case riqualificate con il generosissimo contributo pubblico che ha gonfiato a dismisura il debito pubblico.
Con rilevazioni aeree sono state definite mappe e controllati immobili che sul catasto valgono poco o nulla e che invece hanno speso assai per essere ristrutturate. L’indagine ha riguardato circa 3.000 immobili e il faro del fisco si è concentrato al momento sui primi 1.800, che hanno completato i controlli preliminari e per i quali è ora in atto un confronto con i proprietari.
Un primo punto sull’operazione catasto-Superbonus 110% è contenuto nel Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp). «Per conseguire l’obiettivo di allineare i valori catastali per gli edifici che sono stati sottoposti a interventi di efficienza energetica e di miglioramento strutturale, finanziati in tutto o in parte da fondi pubblici dal 2019 – è scritto nel documento – sono state inviate le prime lettere di invito alla compliance, che hanno riguardato circa 3.000 immobili attualmente iscritti in Catasto e privi di rendita catastale. Per il 60% di essi, anche utilizzando i riscontri del destinatario, sono state completate le attività di controllo preliminare».
L’operazione rientra nelle strategie per la mappatura delle proprietà non incluse nel registro catastale. «La fase preliminare di ricognizione degli immobili effettuata mediante la fotointerpretazione delle ortofoto (le fotografie aeree corrette geometricamente) rese disponibili da Agea sovrapposte alla cartografia catastale – si legge nel Dpfp – è stata completata sui territori di competenza di 60 province, che coprono oltre il 65% del territorio nazionale».
La campagna per aggiornare le rendite catastali degli immobili ristrutturati con il Superbonus 110% è scattata ad inizio anno. L’Agenzia delle Entrate ha inviato delle lettere ai contribuenti che hanno beneficiato della misura, per chiedere conto del loro operato. L’invio delle lettere non è stato generalizzato, ma seguendo alcuni criteri per selezionare i destinatari. L’Agenzia ha previsto che l’invio delle lettere di compliance riguardi «in una prima fase gli intestatari catastali di immobili oggetto degli interventi con il Superbonus 110% che risultano iscritti in Catasto privi di rendita catastale o con valori catastali di modesta entità rispetto ai costi sostenuti per effettuare gli interventi edilizi in argomento», ha chiarito a febbraio la sottosegretaria al Mef, Lucia Albano, precisando che «in entrambi i casi, è ragionevole ipotizzare che l’esecuzione degli interventi di recupero del patrimonio edilizio possa aver comportato una modifica nella consistenza o nell’attribuzione della categoria e della classe dell’immobile».
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