Il 2025, l’anno che dovrebbe vedere il calo del carico fiscale sul ceto medio, arriva con una conferma: c’è una montagna di tasse non riscosse che s’innalza fino a 1.275 miliardi di euro, anche se in gran parte si tratta di crediti inesigibili per l’erario, visto che si stima che quelli realmente incassabili ammontino a non più di 150 miliardi.
Il recupero delle tasse non riscosse intanto procede bene, almeno per la parte che riguarda chi decide di rottamare le cartelle fiscali: in 11 mesi del 2024 sono rientrati in cassa (senza more e multe) 4,6 miliardi, con un totale di 31,6 miliardi negli 8 anni di edizione di rottamazioni fiscali. Resta l’obiettivo del governo e viceministro all’Economia, Maurizio Leo, di abbassare la pressione del fisco sul ceto medio alleggerendo l’aliquota dello scaglione Irpef centrale, quello del 35%, portandolo al 33%, magari innalzando il tetto dagli attuali 50.000 a 60.000 euro.
Ma le risorse sono risicatissime. L’esecutivo aveva tentato con il concordato preventivo biennale per gli autonomi (che il prossimo 16 gennaio dovranno passare alla cassa a versare gli acconti). Ma la misura ha raccolto meno di quanto ipotizzato: 1,7 miliardi contro 2,5, anche a causa dell’incertezza economica nazionale e sugli scenari che stanno virando in negativo.
Sul non riscosso Leo afferma che «è stata istituita una commissione tecnica, incaricata di analizzare il “magazzino della riscossione”, ossia l’insieme dei crediti fiscali non riscossi, con l’obiettivo di proporre soluzioni che evitino l’ulteriore accumulo e il relativo smaltimento di questi crediti che, al 31 dicembre 2024, ammontano a 1.275 miliardi di euro, a fronte di recuperi nel 2024 di 32,79 miliardi di euro, una cifra in netto aumento rispetto al 2023 (31 miliardi)».
Per incrementare il recupero dell’insoluto, si spinge per l’ennesima campagna di rottamazione delle cartelle fiscale a tasso e multe zero e con rateazione agevolata. Intanto, è partito l‘aumento delle rate per pagare i debiti: l’Agenzia della Riscossione ha annunciato la novità voluta dal viceministro Leo che prevede il pagamento delle cartelle a rate fino a 7 anni (84 rate) con una semplice richiesta online.
Rateazione anche per il pagamento ordinario di Irpef, Ires e Irap per le partite Iva con redditi fino 170.000 euro: entro il 16 gennaio prossimo sono circa in 300.000 ad essere chiamate alla cassa e si potranno pagare in unica soluzione il 16 oppure in cinque rate di pari importo, da gennaio a maggio 2025.
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