Rischio arbovirosi: con il caldo torna l’allarme per le malattie da zanzare

I consigli dell’Istituto superiore di sanità agli enti locali per avviare disinfestazioni.

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Con l’arrivo dei mesi caldi torna il rischio arbovirosi, ovvero delle infezioni virali come Dengue, Zika, Chikungunya trasmesse dalle punture di zecche e particolari specie di zanzare presenti anche sul territorio nazionale, come la Aedes o zanzara tigre.

In molti casi, queste infezioni sono contratte all’estero e importate in Italia, ma si registrano anche contagi autoctoni sul territorio nazionale, più frequenti proprio nei mesi estivi di maggiore proliferazione delle zanzare. Eventi non più rarissimi e che hanno già fatto scattare le prime disinfestazioni, come quelle disposte ieri a Campi Bisenzio (Firenze), dopo la segnalazione che persone di provenienza estera affette da Chikungunya avevano soggiornato nel comune, ed a Livorno per un caso di Dengue importato.

Allerta degli infettivologi, che invitano a non sottovalutare il rischio arbovirosi. Secondo il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), dal gennaio al 31 maggio risultano 60 casi confermati di Dengue, tutti associati a viaggi all’estero. Sono invece 13 i casi confermati di Chikungunya e 4 i casi di Zika virus, tutti importati. Si registrano inoltre 5 casi di Tbe-meningoencefalite da zecche (tutti autoctoni) e 1 caso di Toscana virus. Non è segnalato alcun decesso.

Si tratta del primo aggiornamento stagionale sul rischio arbovirosi dell’Iss, in vista della stagione estiva che è quella generalmente più pericolosa. L’infettivologo Massimo Andreoni invita a non sottovalutare queste malattie: «quando si rientra da un viaggio all’estero in zone endemiche, la possibilità di essere stati infettati è concreta; in presenza di sintomi, dunque, è bene rivolgersi subito al medico, perché queste infezioni in alcuni casi possono rivelarsi molto pericolose. Ma è oggi necessario che anche la classe medica impari a conoscere meglio tali infezioni, non più così rare, per poter fare diagnosi tempestive. Nel caso di contagi autoctoni da zanzare presenti sul territorio è fondamentale la diagnosi tempestiva per disinfestare l’area ed isolare la persona infetta spezzando così la catena del contagio»

Al momento, ricorda l’Iss, il principale strumento preventivo contro la diffusione del rischio arbovirosi è la riduzione dell’esposizione ai vettori. Per quanto riguarda le zanzare è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che possano riprodursi facilmente usando repellenti, usando delle zanzariere, svuotando di frequente i contenitori con acqua stagnante, cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali e svuotando le piscinette per i bambini quando non sono usate.

In alcuni casi, queste infezioni possono portare anche a gravi conseguenze: la dengue, ad esempio, può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi che possono in casi rari risultare fatali. Dal 2023, contro questa malattia è disponibile un vaccino che può essere raccomandato per viaggi di almeno 3 settimane e/o viaggi ricorrenti in aree endemiche.

Esiste un vaccino anche per la Tbe, raccomandato per le persone che vivono o si muovono in aree endemiche per l’infezione. Al momento non esistono invece farmaci antivirali specifici o un vaccino per contrastare il virus Chikungunya, il virus zika o il virus Toscana associato a casi di meningite e di meningoencefalite.

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